Hacking di stato?

“A pensar male si fa peccato ma…..”,

frase spesso abusata ma che ahimè non riesce a passare di moda in Italia.

Se ricordate, nella nostra newsletter del giorno 18 marzo esprimevamo qualche perplessità in merito alle misure previste in particolar modo all’art. 27 del Decreto 18/2020 Curaitalia, in caso sontrario rialleghiamo qui il link all’articolo.

Perchè ne riparlo oggi? Perchè qualcosa di strano è successa e mi ha lasciato alquanto perplesso. Il giorno 1 aprile, primo giorno di presentazione delle istanze di sostegno al reddito, il sito INPS ad un certo punto ha avuto un crash inizialmente ed in maniera alquanto goffa attribuito ad un attacco hacker, tesi quasi immediatamente smentita dagli stessi vertici INPS, ma allora dove è la stranezza? Beh, stando a quando dice il Dr. Tridico, Presidente dell’INPS, in un’intervista all’ANSA riportata da tutte le principali testate giornalistiche (repubblica, fatto quotidiano, notiziario fiscale) erano state acquisite fino a quel momento circa 340.000 domande, guarda caso il numero che veniva fuori dal nostro semplice calcolo in base a quelle che sono le risorse dedicate a queste misure e indicate nella relazione tecnica al Decreto. La situazione, almeno a livello web, è stata sbloccata ma ora rimane da capire dove verranno reperiti i fondi per tutte le altre domande presentate (ad oggi oltre 2 MLN). Ero stato buon profeta.

Con questo vogio dire che se da un lato dobbiamo essere attenti alle fake news dall’altro stessa attenzione dobbiamo dedicare alle misure che vengono paventate per certe senza che prima siano state effettuate le opportune valutazioni di fattibilità ed applicabilità.

 

Dr. Simone Germani